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“NON DIMOSTRATA L’EFFETTIVA PERICOLOSITA DEI CAMPI IN SINTETICO” .

Si e fatto un gran parlare in questi ultimi tempi della presunta pericolosita dei materiali da intaso (riciclati e non) utilizzati per la produzione dei campi in erba sintetica. Il polverone mediatico, sollevatosi a scapito di un settore fortemente impegnato nel campo della sostenibilita ambientale e nella risoluzione dei problemi derivanti dallo smaltimento in discarica dei rifiuti, e il frutto della fuga di notizie dei primi dati parziali di uno studio condotto dal Ministero della Salute (utilizzando metodologie non adeguate, come sottolinea il comunicato UNIRE che di seguito riportiamo per intero).

Non e nei fatti dimostrata l’effettiva pericolosita dei materiali da intaso (riciclati e non) utilizzati per la realizzazione di campi sportivi in erba sintetica.
L’allarme, al momento non fondato e rimbalzato in questi giorni sui media nazionali, e stato sollevato dalla inopportuna divulgazione delle prime analisi della Commissione di inchiesta istituita dal Ministero della Salute sui campi in erba artificiale che ha esaminato con condizioni non comparabili a quelle di utilizzo i campi in erba sintetica ad oggi realizzati. Tale diffusione di dati parziali ha creato in questa fase impropriamente situazioni di generale e ingiustificata avversita verso tali strutture, sia tra i soggetti pubblici interessati alla realizzazione, sia tra gli utilizzatori degli impianti sportivi in parola. L’allarme circa i rischi per la salute e l’ambiente deriva dall’adozione da parte della Commissione di una di metodiche di analisi previste per le bonifiche e non per i prodotti. Infatti, l’applicazione di simili analisi ad altri prodotti di ampio utilizzo (guarnizioni, manopole di bici e moto, beni in plastica o gomma flessibile ad esempio), anche domestici (“presine del forno”), porterebbe certamente a risultati analoghi con il conseguente improprio obbligo di smaltimento di molti beni comunemente usati senza alcun pericolo per la salute. “Il lavoro svolto sinora dalla Commissione tecnica”, dichiara il Presidente di UNIRE – Unione Nazionale Imprese Recupero, Corrado Scapino, “si limita ad una prima fase del compito affidatole. Pertanto quanto ad oggi emerso, seppur analitico, non e certamente sufficiente a determinare il rischio derivante dall’utilizzo dei citati materiali, e tantomeno la tipologia di eventuali interventi da attuare. Ciononostante tale allarme ha determinato la paralisi dell’intero settore dei produttori di granulo riciclato che da anni, con gli investimenti realizzati, hanno inteso, in linea con gli orientamenti normativi comunitari e nazionali sugli ‘acquisti verdi’, offrire una risposta concreta e qualificata, nonche economicamente sostenibile, alle esigenze della pubblica amministrazione. Necessario, quindi, un rapido e adeguato completamento dei lavori della Commissione”.
Nota
UNIRE, all’interno di FISE _ Federazione Imprese di Servizi di Confindustria, rappresenta oltre 200 aziende che attualmente gestiscono circa 3,7 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno per un fatturato di circa 387 milioni di euro. Sono 10 le rappresentanze al momento comprese nell’Associazione e suddivise per materiali trattati: Assosele (selezione multimateriale), Assorimap (plastica), Gmr (vetro), Sara (imballaggi in acciaio), Unionmaceri (carta), Argo (gomma), Gruppo Demolitori (autvoveicoli), ASSORAEE (rifiuti elettrici ed elettronici), Aira (frantumatori autoveicoli) e Anpar (rifiuti inerti).

Info n° 6 : Inverno 2006

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