Sono arrivati i decreti
attuativi della Legge delega in materia ambientale (n. 152/2006)
entrata in vigore il 29 aprile scorso. Sono 13 in tutto e
li ha firmati il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli,
lasciando cosi al suo successore la pesante eredita di uno
dei provvedimenti piu contestati del passato governo. Gli
ultimi 4 sono stati annunciati venerdi 5 maggio. Le norme
riguardano in particolare l'annunciata istituzione della nuova
Authority di vigilanza sulle risorse idriche e i rifiuti costruita
sul modello delle altre Authority italiane, che nasce dalla
fusione di Coviri (l'ex Comitato per la vigilanza sull'uso
delle risorse idriche) e dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti
e sara formata dai presidenti e componenti dei due organismi
preesistenti, che resteranno in carica per sette anni. Sempre
nel campo dei rifiuti i decreti intervengono anche sul catasto
e sui codici Cer mentre gli altri due si occupano dei beni
in polietilene, individuandoli in modo preciso (teli e reti
per uso agricolo, film per copertura di serre e degli imballaggi
ecc). Ancora sui rifiuti i decreti riguardano i modelli di
registri di carico e scarico dei rifiuti; i criteri, le procedure
e le modalita per il campionamento e l'analisi delle terre
e rocce da scavo; la disciplina per il monitoraggio della
spesa ambientale e, infine, i registri delle imprese autorizzate
alla gestione dei rifiuti. Introdotte poi le norme tecniche
per il riutilizzo delle acque reflue domestiche, urbane e
industriali; le procedure per l'affidamento con gara alle
Autorita d'ambito territoriale del servizio di gestione integrata
dei rifiuti urbani e del servizio idrico integrato; la definizione
dei limiti esterni dell'estuario verso il mare. Ma le polemiche
non cessano. Dopo l'annuncio del ricorso alla Corte Costizionale
da parte dell'Emilia Romagna, anche la Calabria e intenzionata
a dare battaglia e si accoda alla Regione emiliana nella richiesta
di un parere della Consulta. Lo ha reso noto Diego Tommasi,
assessore calabrese all'Ambiente, nonche coordinatore nazionale
della Commissione ambiente e protezione civile delle Regioni,
che si e fatto portavoce dello stesso presidente Agazio Loiero
e dell'intera Giunta. "Non e accettabile una riforma
centralista delle norme ambientali", ha detto motivando
la decisione dell'esecutivo calabrese. "Si tratta di
una riforma - ha aggiunto Tommasi - che espropria l'intero
arco istituzionale locale e le associazioni del volontariato
da competenze essenziali per migliorare la qualita della vita,
rilanciare l'economia in chiave sostenibile, prevenire i disastri
ambientali e tutelare il paesaggio, l'acqua e la costa dalle
deturpazioni".Una misura che dimostra l'incoerenza del
governo Berlusconi che "da una parte approva una devolution
che favorira i cittadini delle regioni che gia stanno meglio,
mentre dall'altra ha varato un decreto legislativo che e all'opposto
di ogni politica di federalismo".Secondo l'assessore,
e evidente l'illegittimita di un provvedimento governativo
che punta "ad accentrare le competenze, a duplicare le
funzioni, ad espropriare i cittadini della partecipazione
attiva nei procedimenti di salvaguardia ambientale".
Sono questi i motivi, ha spiegato Tommasi, che hanno motivato
la Giunta a impugnare l'intero provvedimento con rilievi per
110 articoli e a chiederne la definitiva cancellazione facendosi
portavoce di un giudizio condiviso da numerosissime organizzazioni,
dai sindacati alle associazioni ambientaliste a quelle dei
consumatori, agli imprenditori fino agli Enti locali.
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