Comunicato Stampa
Recupero rifiuti, una crescita frenata
Rimini, 10 novembre – Cresce l’industria del recupero, sempre
piu considerata risorsa economica per il risparmio di materie
prime e di energia, nonche per la riduzione di gas a effetto
serra. Permangono tuttavia numerosi aspetti critici che ne
frenano lo sviluppo.
E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia emersa stamane
dalla presentazione de “L'Italia del Recupero”, lo studio
annuale sull’universo del riciclo promosso dall’UNIRE (Unione
Imprese di Recupero), l’Associazione che aderisce a FISE -
Federazione Imprese di Servizi.
Il Rapporto, giunto alla settima edizione e stato presentato
anche quest’anno nel corso della manifestazione Ecomondo.
Per quanto riguarda i materiali di imballaggio, il settore
appare tendenzialmente stabile nei comparti “a riciclo maturo”
(carta, vetro, legno), mentre e in crescita laddove si evidenziano
spazi di ulteriore incremento nell’utilizzo di materiali riciclati
da parte dell’industria nazionale (acciaio, alluminio), ovvero
in quei segmenti in cui la raccolta interna puo sostituire
le importazioni di materiali riciclati provenienti dall’estero.
Per i rifiuti diversi dagli imballaggi, e ancora troppo alto
il ricorso alla discarica (proprio a causa dei mancati sbocchi
di mercato), mentre si evidenzia una percentuale di recupero
di materia insufficiente (si vedano in particolare i rifiuti
da costruzione e demolizione e i pneumatici fuori uso). I
settori interessati da normative recenti (come quello dei
RAEE - rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche
- e quello dei veicoli fuori uso) stanno faticosamente organizzandosi
ma sono ancora lontani dagli obiettivi fissati dalla legge
(soprattutto per i veicoli fuori uso, per quanto riguarda
la quota che dovrebbe essere realizzata grazie al recupero
energetico, per il quale mancano gli impianti).
Fiore all’occhiello nostrano, la raccolta delle batterie al
piombo esauste, che ha superato il 98% di riciclo.
Emerge una forte incidenza della globalizzazione su alcuni
segmenti, che si traduce in variazioni nella disponibilita
di rifiuti da recuperare e afflusso di materiali riciclati
dall’estero sul mercato italiano (spesso con costi di produzione
nettamente inferiori rispetto a quelli da noi sostenuti per
gli standard meno restrittivi ambientali e di sicurezza).
Le attivita di recupero continuano ad essere sospinte dall’incremento
della raccolta differenziata pubblica: questa tuttavia e ancora
connotata da un’evidente disparita geografica e dal fenomeno
dell’assimilazione di flussi provenienti da attivita produttive,
che determina tra l’altro un peggioramento della qualita dei
materiali raccolti.
In tale quadro, i privati giocano un ruolo fondamentale per
il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio, assicurando
una rete di impianti di riciclo diffusa sul territorio, non
pienamente utilizzata come nel caso della plastica, il cui
tasso di utilizzo impiantistico e pari al 56%. Le dimensioni
aziendali sono molto diversificate da settore a settore, ma
c’e ancora una netta prevalenza di piccole e medie imprese.
“La consapevolezza dell’importanza della cultura del riciclo,
si puo dire, e entrata piu nelle case degli italiani che nei
corridoi dei palazzi”, afferma il Presidente FISE UNIRE, Corrado
Scapino, “L’anno scorso denunciavamo come nonostante il quadro
normativo del settore del recupero si fosse arricchito e completato
con nuove discipline speciali, eravamo ancora molto lontani
da un ‘approccio globale’ al recupero, nell’ambito di una
visione integrata della gestione dei rifiuti. La situazione
oggi non e cambiata: le imprese private di recupero, consapevoli
che lo sviluppo della propria attivita non puo essere affidato
a forme di assistenzialismo, chiedono che lo stesso sviluppo
non venga almeno affossato da forme di dumping (esercitate
soprattutto dal concorrente pubblico, in contrasto con la
disciplina antitrust), o da recepimenti e applicazioni scorrette
della normativa ambientale o dalle lobby dei produttori dei
materiali vergini”.
Questi le principali evidenze emerse dal Rapporto per i singoli
settori:
Carta Nel 2005 per il secondo anno consecutivo
la raccolta nazionale di macero ha superato il consumo, grazie
anche all’impegno nelle raccolte differenziate. La forbice
tra import ed export (a vantaggio dell’export) si e andata
invece assestando su valori prossimi a 300.000 tonnellate,
sia per quanto riguarda il dato nel 2005 che le stime per
il 2006. Il tasso di riciclaggio mantiene un andamento sostanzialmente
stazionario (47,6%) e quello di utilizzo presenta una diminuzione
passando dal 56,6% del 2004 al 54,9% del 2005.
Vetro Il tasso di riciclo dei rifiuti di
imballaggi in vetro (calcolato sull’immesso al consumo) si
attesta su una percentuale variabile tra il 54% e il 58% (in
base alle metodologie di stima adottate). Rispetto al dato
complessivo della raccolta nazionale degli imballaggi in vetro
(equivalente a 1.372.000 tonnellate con una crescita dell’1,2%
rispetto al 2004) al Sud permangono livelli di raccolta molto
bassi, pari a circa il 15% della raccolta nazionale.
Plastica In Italia nel 2005 la quota del
recupero nazionale sul totale dell’immesso al consumo e fermo
al 26% e nel 2006 non dovrebbe registrare particolari aumenti
a causa delle difficolta di approvvigionamento per i recuperatori.
Il comparto italiano dedito al riciclaggio di materie plastiche
e costituito da circa 300 imprese con oltre 2.000 addetti,
con una capacita di riciclo di 1.500 kton, i cui impianti,
distribuiti in tutto il Paese, hanno coefficiente di utilizzo
del 56% (anno 2005).
Acciaio Il trend positivo della raccolta di acciaio
e proseguito anche nel 2005, con 377.280 tonnellate raccolte
(di cui oltre 355mila avviate al riciclo) contro le 344.520
del 2004 (+9%), realizzate pur a fronte di un minor quantitativo
di imballaggi in acciaio immesso al consumo rispetto all’anno
precedente. La percentuale di raccolta sull’immesso al consumo
raggiunge il 67,1% contro il 56,9% del 2004 (+9%).
Alluminio Nell’ultimo decennio la produzione
italiana di alluminio riciclato e cresciuta del 64%, toccando
nel 2005 le 654mila tonnellate. Dalle attivita di recupero
deriva un risparmio energetico pari a 2,3 milioni di tep (tonnellate
equivalente petrolio), con il conseguente risparmio di emissioni
di gas a effetto serra pari a 6,5 milioni di anidride carbonica
– CO2 equivalente.
Legno La situazione del recupero degli imballaggi
di legno, in termini di quantitativi complessivamente recuperati
nel 2005, fa segnare quota 1.687.714 tonnellate. Il valore
percentuale di recupero 2005, sul totale dell’immesso al consumo,
e pari al 60,54%, che rappresenta un valore interessante in
rapporto alla presenza degli stessi nei rifiuti urbani.
Selezione raccolte differenziate Nel corso
del 2005 le aziende Assosele (selezione raccolte differenziate)
hanno trattato circa 765.000 tonnellate di rifiuti di imballaggio
da raccolta differenziata, pari a circa il 30% dell’intera
raccolta su superficie pubblica conferita al Sistema CONAI,
il 55% se si escludono legno e vetro (raccolti prevalentemente
con metodica monomateriale).
Veicoli fuori uso Nel 2005 sono stati demoliti
1.343.994 veicoli, con un decremento rispetto al 2000 del
16,5%. Ogni anno sono destinati al recupero piu di un 1 milione
di tonnellate di materie recuperate. Il raggiungimento degli
obiettivi prefissati per il 2006 (l’85% del peso dei veicoli
conferiti alla demolizione deve essere recuperato o reimpiegato)
sarebbe perfino a portata di mano se si potesse procedere
alla combustione di quella parte di fluff ad alto contenuto
energetico. Manca dunque oggi essenzialmente quel 5%.
Gomma In Italia nel 2005 sono state prodotte
quasi 350.000 tonnellate di pneumatici fuori uso.
Dal confronto dei dati nazionali con quelli europei, emerge
che la quota di recupero di materia e inferiore alla media
europea (il nostro 8,5% contro il 25% circa in U.E.), mentre
la quota destinata alla discarica e ancora troppo elevata
(quella europea e circa la meta della quota italiana). Resta
aperta la questione relativa all’utilizzo di granulo da pneumatico
nei campi in erba sintetica.
Batterie esauste Nel 2005, le batterie raccolte
e avviate a riciclo sono state 202.000 tonnellate, con un
incremento del 5% rispetto all’anno precedente. Complessivamente,
il riciclo a livello nazionale e prossimo al 100%. La maggior
parte della raccolta delle batterie proviene dal Nord, dove
e presente il 46% del parco autovetture e dove sono concentrati
i principali stabilimenti produttivi del nostro Paese.
RAEE Mancano ancora, oltre ai decreti attuativi,
i dati ufficiali sul reale flusso di RAEE (rifiuti da apparecchiature
elettriche ed elettroniche) in Italia. Nell’anno 2004, i RAEE
da raccolta differenziata sono stati circa 74 mila tonnellate
(1% del totale della raccolta differenziata), per una media
pro-capite di circa 1,3 kg/anno (dati APAT). Siamo ancora
lontani dall’obiettivo di 4 kg/ab./anno stabilito dalla legge.
Inerti In Italia vengono prodotti annualmente
circa 42 milioni tonnellate di rifiuti inerti all’anno. Resta
ancora troppo bassa e la percentuale di recupero. Vengono
infatti riciclati solo circa 4,2 milioni tonnellate, pari
quindi a circa il 10% dei rifiuti inerti prodotti.
Marco Catino - Responsabile Ufficio Stampa – FISE Unire
06-9969579; 347-9569564
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